07 Settembre 2022
Un ottimo marketing fa solo fallire più rapidamente un pessimo prodotto

Stavolta abbiamo voluto prendere spunto da uno dei più grandi ed influenti network di comunicazione e marketing: Ogilvy


Si sa, manager e marketers, sotto lo stesso tetto, sono destinati a scornarsi. Come marito e moglie, uniti da un vincolo solidissimo di anni, di cui però sono totalmente inconsapevoli, così il management (commerciale, amministrativo, finanziario) e il management del marketing sono destinati a scontrarsi, su tutto.


Dall’efficacia delle azioni promosse alla disponibilità dei budget, fino alla tempistica di pagamento dei fornitori, il management del marketing è destinato a girare per gli uffici aziendali con la stessa cautela e prontezza d’animo di un samurai in campo di battaglia.


Eppure, in questi anni, ci siamo accorti che su un punto sono tutti d’accordo: se l’azienda non funziona, il marketing DEVE fermarsi (deve fermare la promozione dei servizi/prodotti per sistemare “le magagne” prima di tornare a spingere sui mercati).


Eh già, perché vedi: se la nostra azienda produttrice di rubinetti fa rubinetti non conformi alle aspettative di mercato, un buon marketing non farà altro che ampliare (come una perfetta cassa di risonanza del disappunto) l’esposizione di questi prodotti a un pubblico sempre più alto.


Questo finché una fetta di clienti sufficientemente ampia non arriverà a creare un bad awareness per cui: i tuoi rubinetti fanno schifo in senso universale. Tutti lo sanno e tutti se ne guardano bene dal comprarli, dal suggerirli e/o dall’avvicinarcisi anche lontanamente.


A quel punto la frittata realizzata dal marketing raggiunge dimensioni epiche.


Bene, se siamo tutti d’accordo su ciò che potrebbe succedere durante e dopo una cattiva esposizione di prodotti/servizi non idonei, siamo tutti un po’ meno d’accordo sul pre, ovvero prima della famosa frittata.


Già perché non appena l’andamento dei fatturati cala, tutti i azienda puntano il dito sul marketing e chiedono maggiori opportunità di vendita. L’equazione è semplice: più opportunità si hanno e più il fatturato cresce, anche se l’incidenza delle trattative (opportunità) perse cresce.


Quel dato però nessuno lo considera, così il marketing è (più o meno) costretto a spingere su un acceleratore che condurrà l’impresa più velocemente a sbattere contro il muro della pessima reputazione.


Finale?
Tutti ad alzare le braccia al cielo (quando, oramai, non si vende più nemmeno regalando i propri servizi) chiedendosi come fosse stato possibile capire perché un calo di fatturato stesse significando una perdita di considerazione della qualità aziendale percepita dalla clientela.


Be’ ora lo sai. 

×