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La gestione dei creditori e, più in generale, dei fornitore è un’arte che non può essere improvvisata
Esiste una convinzione incrollabile nel mondo dell’impresa: “il passaparola è lo strumento di marketing più forte che esista”.
Fate una domanda sul marketing, una qualsiasi, al più scafato degli account commerciali come al più piccolo dei commercianti al dettaglio e riceverete sempre questa risposta.
E, con le dovute distinzioni, questa risposta è sostanzialmente vera!
Infatti, dal passaparola emergono i feedback e i pareri sull’azienda più reali, quelli più circostanziati e, soprattutto, quelli più puntuali in termini di opportunità offerte dall’impresa stessa.
Fate uno sforzo mnemonico e provate a ricordare l’ultima volta che avete suggerito un’attività a un vostro contatto, magari un ristorante (da buoni Italiani avrete sicuramente mangiato nell’ultimo semestre in un ristorante e, altrettanto facilmente, vi sarete trovati bene). Difficilmente vi sarete accontentanti di un laconico: “provo quel ristorante, io ci ho mangiato bene” per indirizzare un vostro amico/conoscente in quel locale. Molto più probabile, invece, da parte vostra una disamina puntuale su ciò che vi ha impressionato positivamente: magari il servizio puntuale e cortese, magari la carta dei vini particolarmente interessante; o magari quel secondo a base di rana pescatrice che proprio non riuscite a dimenticare.
Ecco, questo feedback colpisce sicuramente l’interlocutore che, difficilmente, non verrà punto da curiosità nei confronti del “vostro” ristorante.
Ecco, abbiamo velocemente e facilmente dimostrato che è sostanzialmente giusto ritenere il passaparola uno degli strumenti di marketing più efficaci; uno strumento estremamente trasversale, utile a definire l’idraulico come il venditore d’auto.
Eppure, c’è un momento in cui il passaparola sembra scomparire dalle nostre meningi e quel momento coincide con il saldo delle fatture insolute.
Proprio così, quando dobbiamo onorare i nostri debiti sembra che di fronte a noi ci sia solo un essere muto incapace di esprimere il benché minimo feedback sulla nostra azienda.
Così creditori e fornitori in generale vengono scaricati in un limbo di attesta, l’attesa di ricevere ciò che è stato pattuito.
Sia chiaro, qui non parliamo di aziende insolventi perché in difficoltà economica; qui parliamo di una deriva ineducata per cui “per pagare e per morire c’è sempre tempo”
E nessuno in azienda si prende la briga di riflettere che anche un’azienda fornitrice può esprimere un giudizio sui propri clienti, magari pubblicamente, magari con l’intento di tutelare altre aziende serie dal possibile inciampo su un cattivo pagatore.
Ecco così che un parallelo filone comunicativo negativo accompagna e stritola molte imprese che non possono affidarsi a professionisti credibili solo perché sono circondate da un passaparola negativo sui loro metodi di pagamento.
Tutto questo per 30 giorni di valuta…