06 Aprile 2022
Quanto costa lo scambismo carrieristico alla tua azienda?

Oggi parliamo di una grave deriva che colpisce moltissime aziende italiane: lo scambismo carrieristico.


Calma calma, nessuno pensi a situazioni ambigue in sala fotocopiatrici o nel ripostiglio di qualche azienda, qui si parla di adeguati assetti organizzativi.


Proprio così, oggi vogliamo tornare a parlarti dei famosi “adeguati assetti organizzativi” previsti dalla 2086 del Codice civile e vogliamo iniziare a farlo a partire da una domanda: “quanto costi alla tua azienda lo scambismo carrieristico?”


Cos’è lo scambismo carrieristico? Presto detto è la derivante di una grave sindrome della quale è affetta l’impresa italiana che si chiama: la sindrome della tuttologia.


Di cosa si tratta? Sostanzialmente si tratta di una vera e propria sindrome del sistema produttivo nazionale per cui ogni componente dell’ufficio (a partire dal suo capo) è dotato di una trasversalità operativa, di funzioni, compiti e responsabilità che nemmeno i più fervidi sostenitori del multitasking sognerebbero mai.


Tutto, dalla presentazione del bilancio al board in inglese alla gestione dei principali protocolli di sanificazione anti-Covid dei locali mensa, deve essere conosciuto e gestito da chiunque (a partire dal capo, lo ripetiamo)


Con buona pace della professionalità e della specificità di una determinata formazione professionale, sembra che nelle aziende italiane, più ne sai e più è meglio.


I primi sintomi di questa sindrome si manifestano con una domanda all’apparenza innocente, rivolta dal capo (o responsabile di turno) al malcapitato che passa: 
“Tu quanto ne sai di ...?”


Al posto dei tre puntini di sospensione può mettere ogni categoria di competenze figlia della tua immaginazione, tipo: lingua hindi, rendering 3d, presentazioni Power Point, analisi azoto ammoniacale etc.


La risposta del malcapitato dovrebbe essere: 
“Essendo un ingegnere strutturista di analisi di geomarketing me ne intendo quanto una foca artica si intende di burritos con chili”


Ma il malcapitato sa benissimo che darebbe una delusione cocente, insostenibile al suo interlocutore, quindi risponde: 
“Non tanto però posso provare a …”


Il danno è fatto! A questo punto, il rincuorato e rassicurato responsabile coglie la palla al balzo ed esclama: 
“Bene! Ho un lavoretto per te, vedrai sarà una cosa semplice e magari ci scappa pure una promozione” (la frase della promozione viene normalmente accompagnato da strizzata di occhio)


Ora, il fatto di aver scaricato una rogna al collega/collaboratore di turno (con relativo scarico di responsabilità) non significa che quel lavoro sarà svolto al meglio, significa solo che questa rogna non sta più sulla scrivania del responsabile; saranno affari dell’ingegnere che dovrà staccarsi dalla sua operosità (per la quale è più che specializzato) per dedicarsi a una nuova attività che dovrà, in primis imparare, e in secundis provare a interpretare per realizzare qualcosa di vagamente sensato.


Sembra uno scenario surreale eppure sono centinaia, migliaia le aziende sul territorio nazionale affette da questa sindrome.


Quanti commerciali bruciati sono stati ricollocati nei dipartimenti marketing? Quanti responsabili HR inutilizzati sono stati traslati in Amministrazione o, peggio ancora, Ufficio Acquisti?


Questa continua risacca di professionalità nuoce soltanto a un organismo: l’azienda, le cui qualifiche e peculiarità vengono annacquate da questo scambismo carrieristico.


Ora, lo scambismo carrieristico non è previsto dalla 2086, quindi in caso di difficoltà aziendali l’amministratore di turno si troverebbe nel mezzo di una contesa tra la legge e le sue specifiche esigenza e un’azienda in cui “si è sempre fatto così”… e a stare nel mezzo non si fa mai una bella fine.

×