20 Aprile 2022
Il rigore del cliente

Spesso i nostri comportamenti disorganizzati ci impediscono un rapporto cliente-fornitore sodisfacente, proprio per un errore di organizzazione


Dobbiamo svelarlo, l’articolo 2086 del Codice civile non è una “menosa” raffica di obblighi e doveri nei confronti dell’imprenditore o dell’amministratore di una società, se sapientemente interpretato offre spunti di riflessione e miglioramento notevoli.


Oggi parliamo di adeguati assetti organizzativi.


Sapevi che il pregio principale dell’organizzazione è quello di essere contagiosa?


Proprio come la più desiderabile delle sindromi, l’organizzazione (di uomini, mezzi e pensiero di un’azienda) ha la capacità espandersi in maniera osmotica tra le imprese che entrano in contatto con il (è proprio il caso di dirlo in questo caso) portatore sano. 


Facciamo un esempio pratico: come azienda sei fornitore di un nuovo cliente, magari una start-up come mille task da testare e mille iniziative da provare. D’altronde si sa, il tuo cliente sta affrontando un mercato nuovo con un novo prodotto (o servizio) difficile fare centro al primo colpo.


Se non hai un processo organizzato e strutturato di persone e mezzi da poter proporre al tuo cliente finirai sicuramente per essere coinvolto nel suo turbinio di tentate soluzioni, finendone anche tu invischiato.


Inoltre – e te lo diciamo per esperienza – le aziende disorganizzate non riescono a comprendere l’extra effort che tu stai mettendo in campo per star dietro alle loro iniziative; concentrate come sono su aspettative ed esigenza di risultati sono focalizzate esclusivamente sulle loro esigenze, tu sei pagato per offrir loro un servizio.


Dopo poco, i tuoi sforzi extra, non riconosciuti, diventano fonte di frustrazione; il cliente, coinvolto nel suo maelstrom di approssimazione nota solo i tuoi errori (perché quelli gli fanno perdere tempo ed energie preziose) e, vittima della pressione, non perde occasione di rinfacciartelo.


Cosa puoi inserire in questo scenario apocalittico? L’organizzazione. Proprio così.


Il tuo cliente ti chiede “asap” un lavoro? Prima di imbarcarti nell’impresa considera l’impegno che dovrai erogare, mettilo per iscritto e dà una quotazione. Poi comunicalo, per scritto, al cliente aggiungendo un file (excel, word scegli tu) in cui chiedi il dettaglio delle richieste sul lavoro commissionato.


Questo ti permetterà di:
1.    Far riflettere il cliente sulla necessità di quella richiesta (finché era gratis valeva tutto, alla peggio si buttava via)
2.    Dare un prezzo – che poi potrai rivedere in trattativa – al tuo impegno perché “quello che costa zero, vale zero”
3.    Organizzare il pensiero del tuo cliente e, di conseguenza organizzare il tuo lavoro.
4.    Avere una traccia scritta di ciò che oggettivamente il cliente si aspetta da te, senza affidarti a fumosi ricordi di telefonate o scambi multipli di mail


Ecco questi sono 4 ottimi motivi per cui iniziare – se già non lo stai facendo – a organizzare il tuo rapporto con i tuoi clienti e chiedere loro quel sano rigore concettuale che sicuramente vi aiuterà a portare massimo guadagno a entrambi.


Ovviamente puoi sempre scegliere la strada – apparentemente – più facile e continuare a rincorrere il cliente e le sue vorticose esigenze lavorative e d’idee, noi ci vediamo al termine della stagione degli uragani.
 

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